Archivio per la categoria ‘Arancia Meccanica e il Nadsat’

Ecco a voi la video-presentazione ufficiale del mio lavoro per la tesi di laurea!

Buona visione!

http://www.youtube.com/watch?v=XMj5DQN8-u4&feature=youtu.be

Questa è la video-presentazione che ho realizzato personalmente, per rendervi partecipe, in 8 minuti, del “piccolo grande mondo” di Arancia Meccanica.

Buona visione!

http://www.youtube.com/watch?v=ZQJ8jFaldxA

Arancia Meccanica (44)Nel 1971, il regista americano Stanley Kubrick, data la complessità del romanzo e le opinioni contrastanti provenienti sia dalla critica sia dal pubblico, ne presenta la versione cinematografica, che, proprio come l’opera letteraria, verrà fortemente criticata per la sua “cultura dell’osceno” e per le immagini violente che dipinge.

Vediamo ora differenze e analogie.

Kubrick si attiene alla trama originale, permettendosi alcune personalizzazioni: introduce elementi non presenti nel romanzo, e cambia l’età di alcuni personaggi, tra cui quella dello stesso Alex. La decisione è stata influenzata dalla scelta dell’attore: non trovando, infatti, nessuno che potesse interpretare Alex meglio di Malcolm McDowell, allora 28enne, Kubrick ha necessariamente dovuto adattare l’età del protagonista del libro alle esigenze cinematografiche. Inoltre, nella versione per il cinema, Alex possiede un animale domestico alquanto insolito: un boa. Kubrick ha voluto probabilmente contraddistinguere ancora di più Alex e il suo mondo surreale e fuori dalla normalità.

Per quanto riguarda il doppiaggio, le parole in gergo nadsat, utilizzate da Alex e dai suoi amici, spesso non sono le stesse dell’unica traduzione italiana esistente di Arancia Meccanica.

Nella versione cinematografica gli adattatori hanno preferito lasciare alcuni termini nella forma originale, ovvero nel modo in cui Burgess li aveva utilizzati nel suo romanzo. Alcuni esempi: Bamba è il nome che nel libro appartiene ad uno degli amici di Alex, che nel film viene chiamato invece Dim, come nella versione originale. La parola “gulliver”, che in russo significa “testa”, è riportata invece nel libro italiano come “planetario”. Infine, le ragazze vengono apostrofate da Alex come “mammole” nel libro, mentre nel film come “devotchkas”, il termine russo usato da Burgess nel suo romanzo.

“Nadsat” è il termine con il quale Anthony Burgess definisce il gergo da lui stesso inventato appositamente per questo romanzo. Versione “russificata dell’inglese” (la parola “nadsat” viene dal russo nadtsat, “adolescente”, suffisso dei numeri russi equivalente all’inglese teen), il linguaggio insolito e “bizzarro” è l’elemento che più di ogni altro caratterizza Arancia Meccanica.

L’influenza della lingua russa è particolarmente forte (più di quella di altre lingue da cui Burgess ha attinto per dare vita al nadsat), poichè, secondo lo stesso autore, meglio si prestava ad essere “contaminata”. La maggior parte dei vocaboli è trascritarancia meccanicata dal russo secondo le regole fonetiche e grammaticali inglesi; per altri, Burgess ha attinto dallo slang dei sobborghi cockney, o dalla sua stessa fantasia. Il risultato rende la lettura, e quindi la comprensione del testo, particolarmente difficoltosa. In più, utilizzato da un personaggio così forte e deciso come il protagonista, il nadsat suscita persino un certo senso di inquietudine: dal momento che Alex narra in prima persona, la storia, descrive in dettaglio qualsiasi evento della sua giornata e delle sue serate, inclusi gli atti criminali più duri e crudeli, ed il lettore viene lasciato confuso e senza punti di riferimento o confronto per gran parte del romanzo. Solamente proseguendo e prestando attenzione ai contesti in cui vengono inseriti i termini nadsat, si riesce a “penetrare” il linguaggio, senza arrivare tuttavia a comprenderlo al cento per cento.

Tuttavia, mi riferisco puramente alla versione originale, A Clokcwork Orange, poichè la traduzione dell’italiana Floriana Bossi è tutt’altro che “incomprensibile”. In effetti, la definirei piuttosto come “criptica”.

Alcune foto…

Pubblicato: 27 Maggio 2013 in Arancia Meccanica e il Nadsat

Copertina del libro originale

Anthony Burgess

Anthony Burgess

Malcolm McDowell. Foto dal film

Malcolm McDowell. Foto dal film

Ambientato in Inghilterra in un futuro non troppo lontano, Arancia Meccanica, nella versione originale A Clockwork Orange, è narrato in prima persona da Alex, un adolescente di quindici anni: vive con i suoi genitori, va a scuola e ha una grande passione per la musica classica, in particolare per Beethoven e Mozart. Un ragazzo come tanti, ma dalla personalità forte e malvagia. È a capo di una banda formata da lui stesso e da tre suoi amici, che cerca e trova il proprio divertimento e la propria delizia solo nel compiere atti criminali di ogni genere (stupri, pestaggi, rapine), specialmente nelle ore notturne, che vedono come tristi protagoniste persone più diverse, indipendentemente dall’età e dal genere. Le loro vittime, infatti, sono anziani, ragazze, uomini di mezza età, vagabondi, liberi commercianti. Tutto sembra andare “per il verso giusto” per i quattro teppisti, nonostante gli ammonimenti di P.R. Deltoid, ispettore giudiziario minorile incaricato della “rieducazione” di Alex; ma una notte, Georgie, Pete e Bamba tradiscono il loro “capo”, reo di essersi introdotto da solo in casa di un’anziana donna, lasciandolo nelle mani della polizia, che trova l’inquilina svenuta. Morirà dopo poche ore. Iniziano così i guai per il “piccolo Alex” che affronta due anni di carcere e viene successivamente sottoposto ad una cura innovativa, la cosiddetta “ tecnica Ludovico” (approvata e promossa dal Ministero, nata con lo scopo di far “guarire dalla malvagità” in sole due settimane), al termine della quale Alex viene liberato: ora, all’ascoltare le note che tanto amava, al solo pronunciare azioni poco ortodosse, e persino al solo pensarle, è preso da violenti attacchi di nausea e vomito. È divenuto incapace di compiere il male. Non voluto nemmeno dai propri genitori, s’imbatte in due poliziotti (uno dei quali è un suo “ex soma”) dai quali è picchiato brutalmente. Trova rifugio, crudele casualità, in casa dello stesso uomo che due anni prima Alex e la sua banda avevano percosso e derubato. L’uomo è solo: la moglie, come lui stesso racconta al nostro protagonista, dopo essere stata violentata quella notte, si è uccisa. Attraverso piccoli dettagli, l’uomo arriva a sospettare proprio di Alex e, pensando di utilizzarlo a fini politici, presentandolo come risultato di un Governo malato, lo istiga al suicidio. Ricoverato in ospedale, Alex ritrova i suoi genitori, che però caccia via. Gli fa visita il Ministro degli Interni in persona e, per riguadagnare la fiducia del Paese, fa di Alex il suo nuovo protetto. Guarito del tutto e “restituito” al mondo, Alex non trova più piacere nemmeno nel frequentare una nuova banda di “soma”. Si rende conto che l’unica cosa che potrà dare un senso alla sua vita è maturare come uomo e costruire una famiglia.

Arancia Meccanica (19)

Copertina della traduzione italiana

“Il titolo è la cosa più facile da spiegare”, afferma lo stesso Burgess in un’intervista, e continua: “Nel 1945, al ritorno dal fronte, in un pub di Londra ho sentito un cockney ottantenne dire a qualcuno che era sballato come un’arancia meccanica. L’espressione m’incuriosì per la stravagante mescolanza di linguaggio popolare e surreale. Per quasi vent’anni avrei voluto utilizzarla come titolo per qualche mia opera: ne ho avuto poi l’occasione quando ho concepito il progetto di scrivere un romanzo sul lavaggio del cervello. (…) Io lo uso per riferirmi all’applicazione di una moralità meccanica ad un organismo vivo che straripa di succo e dolcezza”.

La traduzione in italiano come “Arancia Meccanica” è stata adottata in seguito all’uscita nelle sale del film di Stanley Kubrick. Il titolo della prima versione edita in Italia nel 1969, recitava infatti “Un’arancia ad orologeria” (traduzione letterale dall’inglese). Ma, come spiegato in una nota introduttiva della seconda ed ultima edizione del 1996, “poiché, come lo stesso Burgess ha riconosciuto, romanzo e film sono venuti a rappresentare un caso esemplare di complementarietà tra diversi linguaggi artistici, in occasione della presente edizione tascabile si è preferito proporre il titolo scelto per il film”.

Parlare di Arancia Meccanica non sarà semplice, per cui perchè non cominciare da colui che lo ha ideato, studiato, e messo su carta?

Arancia Meccanica è un romanzo scritto nel 1962 dall’inglese Anthony Burgess, pseudonimo di John Anthony Burgess Wilson, nato a Manchester il 25 febbraio del 1917, e morto a Londra il 22 novembre del 1993. Conosciuto come critico, scrittore, glottoteta e poeta, è stato anche un ben noto drammaturgo, sceneggiatore, giornalista e traduttore. Uomo dalle capacità straordinarie, in ogni campo in cui opera, è annoverato tra i più grandi autori inglesi del Novecento. In seguito alla diagnosi di un tumore al cervello nel 1959, si dedica a tempo pieno alla stesura di romanzi, opere e revisioni letterarie fino alla morte. Nonostante i numerosi lavori, egli stesso non si è mai spiegato il perché il suo nome venga per inerzia ricollegato quasi esclusivamente ad Arancia Meccanica.

Del suo libro dice: “Arancia Meccanica doveva essere una sorta di manifesto, addirittura una predica sull’importanza di poter scegliere. Il mio eroe, o antieroe, Alex, è veramente malvagio, a un livello forse inconcepibile, ma la sua cattiveria non è il prodotto di un condizionamento teorico o sociale – è una sua impresa personale, in cui si è imbarcato in piena lucidità”.

Insomma, un romanzo tutto da scoprire…